Nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, oggi celebriamo la libertà e il coraggio di Sergio Ramelli e ricordiamo un periodo storico in cui, per le proprie idee, si era costretti a cambiare scuola, università, città e – in alcuni casi come per Sergio – anche a perdere la vita per un’aggressione con una chiave inglese.
Il suo ricordo oggi rivive grazie al Francobollo dello Stato, alla targa apposta in occasione dell’anniversario della sua aggressione in quella che era la sua scuola e nelle vie e nelle piazze a lui dedicate in tutta Italia. Chi si oppone ancora a questi gesti – e chi si dice perplesso davanti alle intitolazioni – è un nemico della storia che non riconosce il sacrifici di questi ragazzi – di destra, di sinistra e delle forze dell’ordine – vittime del terrorismo e degli Anni di Piombo.
Come ricordato ieri anche dal Presidente Meloni, auspichiamo che si possa proseguire un cammino comune che porti ad una memoria condivisa da tutti nell’ambito di un percorso di pacificazione nazionale e contro l’odio politico. Presenteró in questo senso una proposta di legge – che concorderemo con il Ministro Giuli e il Ministro Piantedosi per il luogo e l’organizzazione – per l’istituzione di un Museo delle vittime del Terrorismo civili e delle forze dell’ordine.