Onorato di aver visitato l’incantevole installazione di Chiara Dynys a Palazzo Citterio – dove torno sempre con piacere – un vero gioiello per la Sala Stirling.
I miei più sinceri complimenti all’artista Chiara Dynys per la sua straordinaria capacità di trasformare lo spazio in un’esperienza profondamente evocativa. Questo progetto espositivo site specific testimonia una coerenza ammirevole con la sua trentennale ricerca sul dialogo tra l’opera e il luogo, inteso non come semplice contenitore, ma come scrigno di vissuti e di emozioni.
Un plauso speciale va al direttore Angelo Crespi per aver reso possibile questo affascinante “palinsesto” in due atti. Formalmente distinte, ma profondamente connesse dall’obiettivo di condurre lo spettatore in una dimensione “altra”, le opere di Dynys ci invitano a spogliarci della quotidianità per abbracciare una riflessione esistenziale ed essenziale.
Già dall’ingresso, con la monumentale e luminosa scultura in vetro di Murano, Blue Gate, si percepisce un invito al viaggio, una soglia luminosa che simboleggia il passaggio tra il materiale e l’immateriale, preludio a un nuovo inizio. Questa imponente “macchina” mobile, con i suoi rulli prospettici rotanti, il suono ossessivo e la luce crepuscolare che accarezza un mare in perpetuo frangersi, ci cattura con la sua finzione scenica, richiamando le meraviglie del teatro barocco.
Il titolo stesso, Once Again, eco della teoria dell’Eterno ritorno di Nietzsche, sapientemente riproposto come scritta luminosa, ci spinge a interrogarci sul senso del Tempo, sul suo fluire inesorabile e sulla nostra personale percezione di esso.
Un’esperienza artistica intensa e stimolante che arricchisce il patrimonio culturale del nostro Paese.
