A pochi giorni dalla notizia positiva di un intervento complessivo per il restauro del Colosseo, grazie all’intervento dell’imprenditore Diego della Valle, c’è da rilevare che nessun piano economico è stato predisposto non tanto per la Domus Aurea, i cui interventi a seguito del crollo servono a riparare lavori non fatti in passato, ma quanto per sanare il degrado generale in cui versa il parco archeologico del Colle Oppio. In questo modo accadrà che avremo il più conosciuto monumento al mondo, l’Anfiteatro Flavio una volta restaurato, immerso in un inaccettabile sfondo di degrado. Più volte abbiamo infatti segnalato all’ex assessore all’Ambiente, Fabio De Lillo, alla Sovraintendenza capitolina e al sindaco Alemanno, la necessità di chiedere fondi nazionali o in alternativa privati, per riqualificare e rendere pienamente fruibile l’area, un parco che tutto il mondo ci invidia ma che è privo anche dei servizi turistici minimi, come ad esempio la segnaletica multilingue. Cosa si aspetta dunque per intervenire. Forse che un quotidiano straniero faccia l’ennesima inchiesta oltraggiando la nostra cura del patrimonio archeologico?