Vi aspetto Sabato a questa bella iniziativa con cui si inaugurerà il Carnevale romano.
In questa occasione partecipo anche come autore di “Roma in scena. Una visione comunitaria per la cultura in Italia.” (Edizione Palombi 430 pagine) che trovate in vendita nei circuiti : Feltrinelli, Arion e su Amazon.
HISTORY TALK : CRISTINA DI SVEZIA E IL CARNEVALE ROMANO
7 febbraio – Biblioteca Angelica – piazza di S. Agostino, 8
Molte feste barocche e carnevali furono dedicati a Cristina di Svezia (Stoccoloma 1626 – Roma 1689), personaggio storico di grande modernità. Donna passionale e amante della cultura, in particolar modo del teatro e della musica, si prodigò per circondarsi di personalità artistiche offrendo loro il proprio appoggio. Cresciuta in Svezia, allargò i suoi interessi oltre confine, tanto da essere stata poi definita una “personalità culturale europea”. Allieva dell’olandese Grotius, il giusnaturalista fondatore del diritto internazionale moderno, nel 1648 come regina di Svezia firmò il trattato di Vestfalia. A Roma fondò l’accademia dell’Arcadia che si diffuse in tutta Europa. Pur saldamente legata alla concezione della monarchia assoluta, lottò coraggiosamente per l’eliminazione dei pregiudizi religiosi e razziali dell’epoca. Difese la libertà di culto e di espressione di ebrei, protestanti e cattolici.
Aveva solo sei anni quando nel 1632 suo padre, re Gustavo II Vasa, morì lasciandola erede al trono di Svezia. Ma a ventotto, nel 1654, abdicò in favore del cugino, perché “le donne non sono fatte per governare”. Nata luterana, per influenza dei Gesuiti, si convertì platealmente al cattolicesimo. In piena Controriforma infrangeva ogni convenzione imposta alle donne del suo tempo per affermare il proprio diritto a decidere mostrandosi pubblicamente in abiti maschili e seguendo le proprie inclinazioni a prescindere dal ruolo e dal rango.
Per la cerimonia del solenne ingresso a Roma, sul finire del 1655, il Bernini aveva progettato una carrozza regale. Il corteo partì per una lenta sfilata lungo l’antica e imponente via Flaminia ma, approfittando di una sosta, la Regina abbandonò la carrozza per il suo cavallo. Poteva così essere vista più facilmente dalle migliaia di persone che affollavano le strade per scorgere la sua piccola figura vestita semplicemente in grigio e nero, con una piuma sul cappello in segno di festa. Entrò a Roma tra due ali di folla osannanti attraverso Porta del Popolo, la cui facciata interna era stata ristrutturata in suo onore, sempre dal Bernini su commissione di Alessandro VII che vi fece apporre un’iscrizione di benvenuto ancora oggi leggibile, Felici faustoque ingressui.
Nella Roma del Seicento, ricca delle opere del grande barocco, prima fra tutti il colonnato di San Pietro del Bernini, Cristina di Svezia ebbe dimora a Palazzo Farnese prima di stabilirsi definitivamente a Palazzo Riario in via della Lungara (oggi Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini).