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La Domus Aurea, “casa dorata” in latino, uno dei gioielli  culturali mondiali, grande palazzo costruito dall’imperatore romano Nerone, subito dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64, torna all’attenzione dei media non per la sua grande bellezza e unicità quanto per la frana che ieri ha fatto cedere il soffitto di una sua galleria. A dare l’allarme ieri è stato un operaio addetto alla manutenzione degli impianti -ricordiamo che l’edificio è chiuso per restauro dal 2005- che ha sentito lo schianto e poi ha visto aprirsi la voragine, a seguito dell’eccesso di pioggia che ha provocato infiltrazioni d’acqua. Il sindaco Gianni Alemanno ha avanzato l’idea di uno sponsor per il recupero dell’area come succederà per il restauro del Colosseo. Il direttore tecnico della Domus, Antonello Vodret, ha spiegato che nell’area ci sono più di 150 ambienti non difesi dall’acqua, ma presto verranno avviati dei lavori di impermeabilizzazione del terreno, che finora non sono stati eseguiti perché non c’erano finanziamenti sufficienti. Personalmente come presidente della commissione Cultura, alla luce del danno subito dalla volta della Domus Aurea, inviterò dopo Pasqua in commissione, i tecnici e la Soprintendenza archeologica, allo scopo di chiarire le reali dinamiche del distacco avvenuto. Mi auguro inoltre che il ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza abbiano intenzione di inserire oltre la Domus Aurea, anche le terme di Traiano e di Tito nel piano speciale dell’area archeologica centrale. Sarebbe infatti incomprensibile che a restare fuori dagli interventi di riqualificazione, fosse proprio lo sfondo di tutte le foto fatte al Colosseo, e ancor di più sarebbe inaccettabile lasciare l’area verde del parco in stato di evidente degrado.

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Domus Aurea, frana il soffitto, presto stanziamenti per tutta l’area

Category: Notizie
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