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Non possiamo che fare i complimenti ad Eleonora Abbagnato per la sua nomina a direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera e per il suo coraggio. È una grande e brillante interprete e protagonista della danza internazionale. Peccato che al Costanzi non ci sia più il corpo di ballo, ridotto al lumicino da una politica autolesionista, e la grande danzatrice italiana dovrà impegnarsi prima di tutto a garantirsene uno degno della storia dell’Opera e della sua bravura.

Per il resto stiamo assistendo ad una mutazione genetica del cartellone operistico romano. Da tempio della lirica a location per concerti anche pop e spettacoli, magari anche di qualità, ma che con l’Opera non hanno nulla a che fare. In realtà, questa è la diretta conseguenza di una scelta, quella del sindaco Marino, di mettere al Teatro Costanzi un manager abituato ad affittare location, ma non a produrre cultura. E Fuortes non ha fatto altro che trasferire il suo “caravanserraglio” dall’Auditorium, da cui è stato amabilmente cacciato, al Teatro di Roma.

Avremo ora un’Opera “Frankenstein” con parti di pop, arte equestre e sperimentazione che con l’eccellenza lirica italiana hanno poco a che fare, come ad esempio Elton John a Caracalla. Questa non è altro che la vendetta di Carlo Fuortes per essere stato costretto a lasciare l’Auditorium e sta replicando qui il suo sistema di concorrenza sleale, prima con l’organizzazione privata, ora anche con quella pubblica. Diciamo addio all’Opera di Roma.

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Opera, benvenuta Eleonora ma …

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